Castagno (Castanea sativa)
Famiglia: Fagaceae
Genere: Castanea
In Europa il genere è rappresentato dalla sola specie Castanea sativa Miller. Specie arborea originaria dell’Europa meridionale, Nord Africa e Asia occidentale, con chioma conico-piramidale nei giovani esemplari, con tendenza a diventare espansa, globosa ed irregolare negli esemplari adulti. Può arrivare fino a 25 metri di altezza. Le foglie sono caduche, con margine seghettato e apice appuntito, di colore verde intenso e lucide, più chiare nella parte inferiore. Il Castagno è una pianta monoica; le infiorescenze maschili sono rappresentate da spighe lunghe 10-20 cm di color giallo-verdastro, quelle femminili sono costituite da fiori singoli o riuniti a gruppi di 2-3 posti alla base delle infiorescenze maschili. La fioritura si ha in piena estate. Il frutto è rappresentato da una noce detta castagna, interamente rivestita da una cupola spinosa, detta riccio.
Nel Parco Nazionale del Vesuvio i castagneti sono situati principalmente sul Monte Somma a quote comprese tra 250 e 1100 metri; la sua elevata diffusione è dovuta all’intervento dell’uomo che l’ha preferito per la sua utilità rispetto ad altre specie. L’impiego più antico del castagno è quello alimentare. Le castagne sono ricche di amido e in molte zone montane d’Italia hanno rappresentato, fino agli anni ’50, la principale fonte alimentare (farina di castagne). Il legno semiduro trova impiego soprattutto nella fabbricazione di mobili e pali di sostegno.
Asplenio (Asplenium trichomanes subsp. Quadrivalens)
Famiglia Aspleniaceae
Genere: Asplenium
L’Asplenio, conosciuto anche come falso capelvenere, è una felce perenne rizomatosa che appartiene alla famiglia delle Aspleniaceae, tipica di ambienti rupestri e sassosi, capace di vivere nelle fenditure della roccia, ma anche in boschi e rupi ombrose fino oltre 2000 m. Ha una distribuzione eurasiatico-suboceanica divenuta oggi quasi cosmopolita (Nord America, Australia), comune in tutte le regioni d’Italia con diverse sottospecie.
L’altezza della pianta non supera i 50cm, in genere è in media di 40 cm o più piccola. Prima che la pianta raggiunga il suo sviluppo massimo sono necessari più o meno 5-10 anni. Le fronde sono lunghe 4–20 cm, semplicemente pennate, verde scuro, a contorno lineare, con pinnule (foglioline) obovate o ellittiche, contrapposte, sessili, complanari al rachide; piccioli interamente bruno-nerastri e lucenti; nella pagina inferiore delle fronde sono presenti sori fitti. I sori sono piccoli, lineari alla fine confluenti. Contengono spore ellissoidi (29-43 µm), con sporificazione da luglio a agosto.
Nel Parco Nazionale del Vesuvio è comune nel sottobosco delle leccete e dei boschi misti del versante sommano, ma anche nelle pinete di origine antropica e negli ambienti rupestri.
Ontano napoletano (Alnus cordata)
Famiglia Betulaceae
Genere Alnus
L’ontano napoletano è una specie arborea endemica dell’Italia meridionale, dalla Campania alla Calabria, presente anche in Corsica ed all’Isola d’Elba; frequente nell’Appennino campano e sulla Sila. È un albero di media grandezza che può raggiungere 15–20 m di altezza con chioma non molto espansa. Corteccia matura di colore grigiastro, rami giovani con corteccia bruna con patina biancastra. Le foglie sono semplici e alterne, cuoriformi a margine dentellato e peli giallastri nella pagina inferiore. Si associa di frequente con altre latifoglie (dalla fascia delle querce a quella del faggio), oppure forma boschi ripariali insieme con l’ontano nero (Alnus glutinosa). E’ una specie monoica, con infiorescenze unisessuali portate sulla stessa pianta, le maschili costituite da amenti di 7-10 cm, riunite a gruppi di 3-6, penduli per favorire l’impollinazione ad opera del vento (anemofila); le femminili sono corte 1-2 cm, di forma ovoidale e di colore rossastro, a maturità con scaglie legnose persistenti, ricordano nell’aspetto un piccolo cono di conifere. La fioritura avviene a fine inverno, da febbraio ad aprile. I frutti sono contenuti in strobili, prima verdi, poi grigio marron scuro, legnosi e quando si aprono liberano piccoli acheni alati di 3 mm circa.
Nel parco Nazionale del Vesuvio si trova associato ad altre specie nei castagneti, mentre boschi ad Alnus cordata presentano una distribuzione puntiforme e localizzata sui versanti elevati del monte somma esposti a settentrione, dove può trovare valori di copertura anche del 75%; in questi contesti si sviluppa preferibilmente sui terreni sassosi grossolani e franosi, dove rileva buone attitudini al consolidamento delle instabili pendici. E’ presente con individui sparsi anche nelle pinete dei versanti meridionali, ad indicazione di una evoluzione di queste ultime verso gradi di maggiore naturalità.
Carpino nero (Ostrya carpinifolia)
Famiglia Betulaceae
Genere Ostrya
Specie arborea decidua dei boschi di quota, alta fino a 15 metri con tronco dritto e chioma raccolta e un pò allungata; cresce in associazione in boschi e boscaglie di latifoglie decidue, soprattutto querceti di roverella e di cerro, in un areale limitato all’Europa sud-orientale. In Italia è presente nell’area prealpina centro-orientale e nell’area peninsulare (dall’Appennino settentrionale alla Calabria), con presenze sporadiche nelle isole maggiori e nell’isola d’Elba.
Ha foglie decidue, alterne, di forma ovale, allungate e con il bordo seghettato; la nervatura principale è molto evidente (penninervie). Le infiorescenze maschili (amenti) sono lunghe e pendule fino a 10 cm, per facilitare l’impollinazione anemofila, quelle femminili (spighe) sono più corte. Fiorisce in aprile-maggio, prima che la pianta metta le foglie; ogni fiore femminile è avvolto da una specie di sacco leggero (brattea), che si avvolge intorno al frutto, ne facilita il volo e protegge il seme durante le prime fasi della germinazione. I frutti sono acheni a grappolo di colore bianco/verde.
Pianta pioniera, capace di crescere anche su terreni poco profondi e sassosi, è indicata per consolidare aree brulle. Nel parco Nazionale del Vesuvio forma cenosi miste e di ridotte estensioni, con valori di copertura non molto superiori rispetto alle altre specie arboree costituenti l’associazione; sono collocati soprattutto sui versanti esposti a nord del Monte Somma a circa 1000 metri di quota, su substrati poco profondi e depositi piroclastici. Malgrado la sua ridotta estensione, il carpineto costituisce sul Vesuvio la vegetazione di alto fusto con più elevato grado di naturalità.
Vescicaria (Colutea arborescens)
Famiglia Leguminosae o Fabaceae
Genere Colutea
Colutea L. è un genere che comprende una ventina di specie di arbusti della famiglia delle Leguminose o Fabacee. La caratteristica forma rigonfia dei frutti ha valso a questa pianta il nome comune di Vescicaria. È originaria dell’Europa e del Nord Africa, con areale centrato sulle coste mediterranee, e spesso utilizzata per il controllo dell’erosione. Specie eliofila, vegeta in terreni calcarei e specialmente su pendii aridi, boscaglie e soprattutto in climi temperato-caldi; si trova in associazione con Carpino nero, Corniolo, da 0 a 1200 m di altitudine.
La pianta, che può raggiungere 4-5 metri di altezza, ha fusto eretto e ramificato sin dalla base, con corteccia bruno chiara e ramificato nella parte superiore. Le foglie, caduche, sono composte, pennate, di forma ovoidale, a margine intero, con pagina superiore liscia e quella inferiore leggermente glauca e pubescente.
I fiori di colore giallo sono ermafroditi, riuniti in brevi infiorescenze racemose, poste all’ascella delle foglie e muniti di un lungo picciolo di 1,5 cm; hanno la caratteristica forma papilionacea della maggior parte delle leguminose. Il legume, lungo 7 – 8 cm, si presenta rigonfio con aspetto turgido e membranoso, simile a una vescica ± trasparente e di consistenza pergamenacea e di colore bruno rossastro che a maturità pende dai rami.
Nel Parco Nazionale del Vesuvio è una formazione arbustiva poco diffusa, che però evolve più o meno rapidamente verso formazioni più complesse; i popolamenti, distribuiti in piccoli nuclei, sono concentrati principalmente sui versanti meridionali più acclivi del Monte Somma, in associazione a Ginestra dei carbonai (Cytisus scoparius) e Rovo comune (Rubus ulmifolius).