Boschi di conifere del Vesuvio

Fra i boschi di origine antropica, quelli di conifere sono i più rappresentati e costituiscono per estensione le principali associazioni forestali del complesso vulcanico, soprattutto lungo i versanti meridionali ed orientali. Sono presenti pinete di recente impianto prevalentemente nell’area orientale del complesso vulcanico, e pinete con una formazione arborea a base di conifere, ma interessate da una intensa colonizzazione da parte di arbusti ed alberi autoctoni, soprattutto Leccio (Quercus ilex). La seconda tipologia, con caratteristiche intermedie rispetto alle formazioni di latifoglie, si trova essenzialmente nella Riserva Forestale di Protezione “Tirone Alto Vesuvio”.

Le pinete vesuviane sono costituite prevalentemente da Pino marittimo (Pinus pinaster), da Pino domestico (Pinus pinea) e da Pino d’aleppo (Pinus halepensis), le formazioni miste prevalgono su quelle monospecifiche, soprattutto sui versanti settentrionali e meridionali del vulcano.

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A partire degli anni ’90 è iniziata un’opera di sfoltimento delle pinete per lasciare il posto alle essenze mediterranee della zona, e in particolare al leccio (Quercus ilex). Tra lecci e pini, il rigoglioso sottobosco include il biancospino (Crataegus monogyna), la fusaggine (Euonymus europaeus) e lo smilace (Smilax aspera); altre specie arbustive sono rappresentate da lentisco (Pistacia lentiscus), mirto (Myrtus communis), alloro (Laurus nobilis), fillirea (Philllirea latifolia), origano (Origanum vulgare) e rosmarino (Rosmarinus officinalis).