Il Somma e il Vesuvio: differenze ambientali

L’attività eruttiva che a più riprese ha cancellato la vegetazione, la felice posizione geografica, il clima mite ed il profondo rimaneggiamento antropico sono alla base della coesistenza, in un territorio relativamente poco ampio, di numerose tipologie ambientali diverse fra loro ed in varie fasi di evoluzione: dalle distese laviche ai vasti ginestreti, dalle leccete alle pinete impiantate nella seconda metà del secolo scorso ed ai boschi misti del versante sommano. Le pendici ospitano invece estesi agroecosistemi che si inseriscono in un paesaggio agrario progressivamente più frammentato procedendo verso la costa, interessata infine da un tessuto urbano pervasivo e disordinato.

Il Vesuvio è caratterizzato da una morfologia irregolare e priva di un reticolo idrografico superficiale affermato, e da un clima di tipo mediterraneo relativamente caldo ed asciutto. La componente biologica è caratterizzata da ecosistemi pionieri che colonizzano i depositi di ceneri e le colate laviche, a partire dalle distese di Stereocaulon vesuvianum, agli estesi arbusteti mediterranei e alle associazioni a prevalenza di leccio, sino alle pinete antropiche impiantate nella seconda metà del secolo scorso.

Il complesso vulcanico può essere suddiviso in due “sottosistemi” notevolmente differenti: la porzione meridionale dell’apparato vulcanico – il Vesuvio – ha una morfologia giovane e ripetutamente sconvolta nel corso degli ultimi due millenni dal succedersi dell’attività eruttiva, e la porzione più antica, costituita dai versanti settentrionali del Monte Somma, conserva la morfologia matura
precedente all’eruzione pliniana del 79 d.C.

complesso

Il versante nord del Monte Somma rappresenta la facies tranquilla del vulcano, caratterizzata da estesi boschi di latifoglie e castagno e, in alcune aree, da antichi terrazzamenti che risalgono i versanti fino al limite del bosco, ricavando così lo spazio per ospitare frutteti e caratteristici orti arborati. I boschi misti presentano associazioni di roverella (Quercus pubescens), carpino nero (Ostrya carpinifolia), orniello (Fraxinus ornus), ontano napoletano (Alnus cordata), acero (Acer spp.), piccoli nuclei di betulla (Betula pendula), pioppi (Populus spp.) e salici (Salix spp).