Aiuole

Nelle aree esterne del museo sono allestiti i quattro sistemi ambientali caratteristici dell’area vesuviana: gli orti vesuviani e le viti, il sottobosco, i frutteti del vesuvio, il ginestreto. Gli habitat presenti nell’area vesuviana sono il frutto delle particolari condizioni ambientali del territorio e degli apporti antropici che si sono succeduti nel tempo.

Gli orti vesuviani e le viti

Ai piedi del Vesuvio le aree coltivate ad orto, per lo più di piccole dimensioni, sono spesso associate a vigneti disposti in filari o in suggestive pergole, tipiche sistemazioni agrarie degli ambienti rurali locali diffuse su tutto il territorio, superstiti di antiche tradizioni contadine di cui si perde la memoria nel tempo.
I vitigni Piedirosso, a bacca rossa, e Coda di Volpe, a bacca bianca, rappresentano la testimonianza vivente di queste tradizioni. Già Plinio il Vecchio ne aveva fatto menzione nel suo Naturalis Historia, descrivendo un vitigno Cauda Vulpium adatto all’allevamento a pergola ed anche la Colombina, assimilata successivamente al ”Piedirosso”, come vitigno tra i più diffusi in quell’epoca; oggi sono elementi caratterizzanti di celebri denominazioni, quali la D.O.C. Vesuvio, di cui il “Piedirosso” rappresenta il vitigno principale, e le D.O.C. Vesuvio bianco e Lacryma Christi del Vesuvio per quel che riguarda il “Coda di Volpe”.
Altro elemento caratterizzante la variabilità di questo paesaggio rurale è il Limone, immancabile presenza negli orti vesuviani il cui prezioso frutto si inserisce come protagonista nella cucina locale e nella preparazione di dolci e liquori tradizionali.

I frutteti del Vesuvio

L’agricoltura vesuviana è caratterizzata da una grande diversità agronomica rispetto agli altri contesti mediterranei, soprattutto per gli alberi da frutto; i singoli appezzamenti sono coltivati con diverse specie fruttifere, che in alcuni casi si ritrovano l’una al fianco dell’altra.

Tra i protagonisti di questa biodiversità vi è senza dubbio l’Albicocco, legato fortemente alla tradizione produttiva agricola vesuviana e qui rappresentato dalla varietà “Pellecchiella” già presente in questa zona secoli addietro, come riportato in alcuni documenti cinquecenteschi, che assieme al Pesco e al Melograno contribuiscono a restituire una forte impronta identitaria della cultura rurale locale. In particolare, proprio il Melograno è spesso rappresentato in affreschi di epoca romana che riproducevano gli ambienti coltivati nei cortili delle “domus” pompeiane.
Soprattutto nei frutteti misti familiari, immancabile è la presenza di essenze aromatiche, soprattutto quelle più comunemente utilizzate per la preparazione quotidiana di pietanze, come la Salvia e il Rosmarino.

Il sottobosco

Sui versanti più umidi del Monte Somma i boschi misti, costituiti da associazioni di diverse specie arboree, soprattutto latifoglie, si caratterizzano per una ricca componente in specie del sottobosco, che fornisce rifugio e disponibilità alimentare alle comunità faunistiche.
Qui è possibile osservare soltanto alcuni degli elementi principali di queste associazioni forestali, tra i quali la Felce, pteridofita tra le più antiche nella scala evolutiva del mondo vegetale, e il Pungitopo, piccolo arbusto tra le essenze ritenute simbolo evocativo del bosco stesso, di cui per fortuna ormai è vietata la raccolta.

Tra le specie arboree l’Ontano napoletano rappresenta uno degli endemiti più importanti, mentre l’Orniello, detto anche “albero della manna”, e il Corbezzolo, con i suoi frutticini succulenti, ci ricordano il ruolo che il bosco ha sempre avuto per il radicarcisi delle tradizioni e della cultura di questi luoghi.

Il ginestreto

I ginestreti sono formazioni prevalentemente arbustive ampiamente diffuse lungo i versanti del Vesuvio, soprattutto laddove sono presenti aree naturali in conversione, dove proprio le ginestre rappresentano le principali specie pioniere, capaci di ricoprire completamente quelle aree originariamente spoglie, costituite da colate laviche relativamente recenti o anche da zone precedentemente interessate da incendi distruttivi.

In questi ambienti, accanto alla Ginestra comune, troviamo spesso la Ginestra dei carbonai, che si differenzia dalla prima soprattutto per la forma delle foglie, oltre ad altre specie arbustive che contribuiscono a formare questa caratteristica cenosi, quali il Biancospino e la Rosa canina.

In collegamento a queste formazioni sono spesso presenti elementi di macchia mediterranea, qui simboleggiata dalla principale specie di riferimento: il Leccio.

A rappresentare inoltre altre specie pioniere, questa volta però tra le erbacee, qui disposte su un agglomerato di roccia vulcanica, vi è l’Elicriso, affiancato dal Romice scudato e la Valeriana rossa.